2024-03-08: Lettera agli azionisti

Non molto tempo fa qualcuno mi ha chiesto di dargli il nome di una buona azione. Mi sono subito venuti in mente due comportamenti degli acquirenti di singole azioni: la mancanza di attenzione per ciò che si sta acquistando e il disinteresse per giudicare chi gestisce l’impresa.

La maggior parte delle persone che acquistano azioni singole tende a considerarle come pezzi di carta che salgono e scendono di prezzo ogni secondo della giornata. Sebbene questo sia vero, è anche il primo equivoco che provoca molta incomprensione e disillusione: comprare un’azione significa comprare una parte proporzionale dei flussi economici reali che scaturiscono dall’attività di un’azienda.

Inoltre, gli stessi acquirenti prestano poca o nessuna attenzione a valutare chi gestisce l’entità al cui benessere economico partecipano (il management). Pensano ai prodotti, alla crescita, ai settori, ai temi, alla concorrenza e a molti altri spunti pertinenti, ma di solito dimenticano quello più importante: chi si occupa dell’azienda stessa. È un peccato, perché quando si acquista un azione si assume implicitamente un gruppo di persone nelle cui mani si affida l’esecuzione di una strategia e di un piano aziendale. Giudicare il management di una società non è facile e richiede un ulteriore sforzo analitico. Si tratta di un esercizio di fiducia e di istinto, perché è necessario fare affidamento sul management e questo a sua volta comporta la determinazione della sua integrità: è un’arte, non una scienza. Qui può venirci molto utile far riferimento alle lettere annuali agli azionisti delle società in cui intendiamo investire. E’ un lavoro importante che ci permette di comprendere il pensiero, i metodi, i valori, l’approccio e la misurazione dei risultati del management. Si tratta di una finestra sorprendentemente accessibile che si apre sulla mente di chi dirige l’azienda; più lettere leggiamo e studiamo più sarà facile individuare le mele marce.

Su un argomento diverso, ecco un eccellente articolo del Financial Times sul private equity, i suoi rendimenti e il suo valore in un portafoglio diversificato, dall’autore di “Trillions“, un ottimo libro sulla storia dell’industria del risparmio gestito negli Stati Uniti.

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Un’altra settimana positiva per i rendimenti in quasi tutti i mercati. L’intelligenza artificiale e Tesla (= Elon Musk) hanno fatto di nuovo notizia su diversi fronti, mentre la reazione cinese contro le imprese americane sembra essersi manifestata nelle vendite di iPhone nel paese. La BCE ha mantenuto i tassi invariati anche se l’inflazione ha continuato a rallentare a febbraio. Per finire: la proposta di bilancio nel Regno Unito contiene nuove disposizioni per la tassazione dei “residenti non-dom“, evidenziando ancora una volta – se ce ne fosse bisogno – la propensione dei politici del Paese a darsi la zappa sui piedi.

[Fonte della copertina: Fondo Monetario Internazionale].

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